Ringraziare per i retweet?

Recentemente mi è capitato di ricevere un grazie per aver fatto un retweet. Non è il primo, ma in un momento di imprevedibile profondità di pensiero, la domanda mi è sorta spontanea: ha senso ringraziare per un retweet? Secondo me no, o almeno non mi piace ringraziare tanto per ringraziare. È lampante che quando uno mi segue o mi retwitta mi fa piacere, non c’è bisogno di dirlo, dicendolo non mi sembra di aggiungere nulla alla conversazione, quindi non lo faccio. Comunque, dato che (stranamente) anch’io sono fallibile, prima di dire un no definitivo ho fatto una breve indagine, come sempre affidandomi a Google e cercando di capire cosa ne pensa la rete, da cui ho sempre e comunque da imparare.

Le parole iniziali della ricerca sono state twitter ringraziare per i retweet. Fra tanti articoli che NON si occupano del problema, mi sono saltati agli occhi un paio di link a post che suggeriscono che “è buona consuetudine ringraziare il più possibile i propri contatti” e addirittura che bisogna “Ringraziare sempre!”, anche e non solo per i retweet.

Dato che i link erano tutti in italiano e io quando si parla di social degli italiani mi fido il giusto, ho cercato l’analoga frase in lingua inglese twitter thanks for the retweet. I risultati sono ben diversi.

Innanzitutto il problema se lo pongono in molti – ci sono articoli dedicati specificamente a questo argomento. Entrando nello specifico Lauren Dugan si chiede quando è opportuno ringraziare per un retweet (e la sua risposta breve è “mai”). Kiesha Easley ci suggerisce 10 modi di ringraziare per un retweet evitare il “Thanks for the RT!” e sfruttare il retweet ricevuto per fare engagement. Sulla stessa linea Angie Schottmuller, mentre quella (i primi 4 post utili della mia ricerca son scritti da 4 donne  – sarà un messaggio subliminale?) più incline al ringraziamento è Shamelle Perera, che comunque suggerisce di farlo in modo smart.

In conclusione, intasare la TL dei propri followers con una serie di “grazie tizio” e “grazie caio” sembra non essere affatto una buona prassi, mentre al centro viene posto il concetto che sta alla base dei social network: creare engagement. Sottolineare che l’uso che noi italiani facciamo dei social network è ancora provinciale, è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, ma tant’è. Voi che ne pensate?


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