Punti e punteggi

Siamo arrivati a un punto in cui la mattina quando ti alzi devi guardare il tuo punteggio. E se non è sufficientemente alto significa che non sei nessuno, non sei niente, solo chiacchiere e distintivo (cit.).

I punteggi oggi vanno particolarmente di moda in tutti gli ambiti.

Nel campionato di calcio i punti di una squadra vengono tolti perché i suoi giocatori/allenatori avevano puntato su partite, falsando in tal modo l’assegnazione dei punti in palio.

E pure in TV è importante partecipare alle puntate, perché ogni apparizione, specialmente quelle in cui si vocia cercando di sopravanzare cacofonicamente l’altro, portano punti alla propria popolarità.

Ed allora non ci stupiamo se anche in ambito social si cerca di misurare la popolarità e l’engagement di un account sulla base di un punteggio. Il punto è che anche se tutti fossero d’accordo sui criteri  di misurazione, tale punteggio avrebbe comunque un carattere troppo generale per essere di qualche utilità pratica.

Quindi i vari klout, twentyfeet & co. non hanno proprio alcun senso? Andiamoci piano. Quando cercano di attribuire punteggi assoluti suscitano come minimo qualche perplessità, ma come strumenti possono essere utili, dandogli delle chiavi di interpretazione.

Se ci pensiamo bene già a scuola veniamo misurati con un punteggio. Ti viene dato un voto e quel voto rappresenta quello che sei riuscito a dimostrare di valere in quell’ambito. Per cui non è così folle cercare di dare un voto o un punteggio anche alla social authority. Social authority, ma si potrebbe dire anche social reputation o social presence o uno degli altri appellativi che vengono usati per definire l’impatto che un account ha all’interno della comunità social (io continuo a parlare di account perché di account si tratta – lo posso gestire io, lo posso dare in gestione a qualcuno o lo può gestire un team di persone, quindi non è corretto parlare di social authority di una persona, come a volte si legge – molto più corretto parlare di account).

Il problema è: come si misura questo punteggio? La risposta è: non c’è un modo per misurare con un unico numero. D’altra parte anche il voto scolastico racchiude in se una serie di valutazioni. Il voto della maturità non dice che uno è bravo (o ciuco) in assoluto, ma che nel complesso ha raggranellato un certo punteggio (fra l’altro misurato sulla base di parametri ritenuti importanti da chi misura). Però un osservatore esterno può essere interessato non tanto al voto complessivo, che magari per lui non vuol dire nulla, ma al voto specifico di matematica, oppure al comportamento tenuto durante i 5 anni di studi oppure ancora a valutazioni riferite ad altri parametri che non sono stati considerati nelle valutazioni.

Nei social è la stessa cosa. Io posso misurare quanto twitto, quante foto posto, quanto sono rapido nel rispondere ai commenti, quanta capacità di sintesi dimostro, quanti articoli sono in grado di scrivere per un blog, la correttezza del mio italiano, la capacità di approfondire un determinato argomento ecc ecc ecc.

In conclusione più che pensare di dare un punteggio definitivo unico e insindacabile, che forse lascerebbe veramente il tempo che trova, può essere utile avere una serie di misuratori che danno informazioni su aspetti specifici della capacità di un account di essere social. E allora ben vengano i klout e i twentyfeet o anche altri strumenti, che se usati bene possono essere funzionali alla causa.


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Comments

2 responses to “Punti e punteggi”

  1. Peppe Avatar

    Ciao Lorenzo, non mi avevi mica detto di avere un blog! Adesso sei nei miei feed!

    Comunque io Klout non ho mica ben capito come funziona. Boh. Per ora l’ho lasciato lì, vediamo come evolve.

  2. Lorenzo Avatar
    Lorenzo

    In effetti il blog non l’ho pubblicizzato granché (anche perché finora l’ho sempre aggiornato pochissimo).

    Klout in questo momento fa tendenza, ma nemmeno io lo conosco benissimo. Ho dato un’occhiata alla pagina in cui spiegano come è determinato il “Klout score”. Il fatto che tirino fuori un punteggio che vorrebbe essere esaustivo mi lascia perplesso, ma studiando come viene determinato qualche indicazione utile possiamo ricavarla, penso.

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