Ho perso il social network!

Stamani mi sono imbattuto in questo articolo. In realtà più che un articolo è una pagina delle faq di una web agency, piuttosto ben fatte, tra l’altro.

Quello che mi ha colpito è la paura che il social network chiuda o scompaia o si evolva da piattaforma gratis a piattaforma a pagamento. In quel caso un’azienda che ha investito su quel social perderebbe tutto il lavoro svolto. Meglio allora investire sul sito e usare i social come strumento per convogliare le persone sul sito stesso.

Dato che con exout lavoriamo moltissimo con e sui social la questione mi ha fatto riflettere. La mia conclusione è che si tratta di un punto di vista interessante, ma un po’ obsoleto. Il sito rappresenta “online” il concetto “offline” di negozio, per cui faccio pubblicità per portare il cliente da me.

La filosofia che sta alla base del lavoro sui social è diametralmente opposta: sono io che vado laddove sono i miei potenziali clienti e lì cerco di instaurare un rapporto che mi permetta di presentare e possibilmente vendere il mio prodotto/servizio.

Ma allora che succede se un social chiude? Dopo profonda riflessione ho concluso che non succede niente di particolare. Mi spiego meglio.

La prima considerazione è che nulla è al riparo da potenziali sconvolgimenti. Nemmeno i siti. Cambiano le tecnologie, cambiano i browser, cambiano i dispositivi e le modalità di visualizzazione. Il rischio che il mio sito da un certo punto in poi non vada più bene e sia da rifare esiste ed è concreto.

La seconda considerazione è: cosa perdo realmente se un social chiude? I miei clienti, le persone con cui ho stabilito un contatto sul social continuano a far parte del mio patrimonio di relazioni, sta a me farlo fruttare su un media diverso. Di fatto perdo un po’ del lavoro svolto per sistemare l’account, ma non accade la stessa cosa per il mio sito quando cambia la tecnologia di riferimento?

Ma soprattutto: se io seguo l’evoluzione del mercato, è probabile che IO abbandonerò un social (si parla di social, ma vale per qualsiasi piattaforma/mezzo di comunicazione) prima che chiuda o che cambi le sue politiche, o semplicemente perché è nato un social migliore o un social che rappresenta maggiormente il target di clienti a cui sono interessato.

In conclusione ben venga il sito (a scanso di equivoci anche per me il sito è centrale nella comunicazione aziendale), ma meglio non fossilizzarsi solo su quello, non sia mai che il governo decida di mettere una tassa salata sui domini visto che, ahimé, da tassare non è rimasto molto…

 


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