Gol fatti e gol subiti

Nonostante l’articolo di oggi dal New York Times vi possa far pensare ad un post sui punti messi a segno da Draghi nel portare avanti il suo piano anti-spread, in realtà ho intenzione di parlare realmente di calcio.

Qualche giorno fa discutendo tra amici è nata una questione interessante: è più importante fare gol o non subirlo? La tesi di partenza era che da quando ci sono i tre punti più gol fai, più punti è probabile che tu ti ritrovi alla fine del campionato. Al di là delle divergenze di opionione, sono venuti fuori alcuni dati che possono interessare.

Una delle persone coinvolte ha fatto un’analisi di regressione basata sui risultati degli ultimi 4 campionati, quindi su un totale di 80 osservazioni (20 squadre per campionato). In pratica ha studiato i punti finali in campionato in funzione dei gol fatti e dei gol subiti. Ecco i risultati

  • 1) lo “R squared” complessivo è di 93,91% cioè i gol fatti e subiti assieme (cioè essenzialmente la differenza reti) spiega il quasi il 94% dei risultati finali in termini di punti.
  • 2) lo “R squared” dei gol fatti è di 80.4%
  • 3) lo “R squared” dei gol subiti è di 54%

In sintesi più alta è la differenza reti, più punti si fanno. A parità di differenza reti, ci si piazza meglio se si è fatto più gol.

Dato che uno dei presenti sosteneva che i campionati li ha vinti *sempre* la squadra che subisce meno gol ho sfruttato la mia mitica abilità col cut&paste + find&replace per fare un banale conteggio di come si sono piazzate le migliori difese e i migliori attacchi nei campionati di serie A da quando ci sono i tre punti. I risultati sono i seguenti

Nonostante una certa predominanza delle migliori difese (almeno negli ultimi campionati) la mia conclusione (per altro in linea con l’analisi di regressione) era ed è rimasta la stessa: è più importante segnare che non far segnare gli altri. Ma questo anche per alcune semplici e (per me) ragionevoli considerazioni

  • se una squadra si limita a difendersi al massimo fa 39 pareggi per 0-0 e retrocede
  • le squadre in fondo alla classifica sono quelle che tirano a non far segnare gli altri mentre il problema per le squadre di alta classifica è proprio scardinare le difese avversarie.
  • l’attacco è la miglior difesa (e la saggezza popolare è pur sempre la saggezza popolare!)

Certo, segnare e basta non serve, tant’è che la differenza reti alla fine la fa da padrona. E mi sembra logico che le squadre che vincono il campionato debbano avere difese molto forti – sono le squadre che vicono anche partite dove gli attaccanti hanno la giornata storta e riescono a segnare un solo gol, cosa che accade di rado alle squadre con difese “allegre”. Purché però quel gol riescano a segnarlo. È questo il punto centrale della questione.

Ciò detto, il motivo principale per cui ho scritto questo post è che essendomi fatto un file excel con tutti i risultati dei campionati di serie A (presi da wikipedia) dopo averlo inutilmente cercato in rete, mi sembrerebbe assurdo non condividerlo con voi. Quindi eccolo qua. Au revoir!

 


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